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Avventura numero 43 -- Virus dei nostri tempi #4




La primavera e' una staggione e questo ce lo sanno pure i serci.
Ma i recenti studi empirici portati avanti da un gruppo de studiosi de Roma Nord e zone limitrofe, hanno dato luogo ad una scoperta ai limiti dell'incredibbile: la primavera e' un virus, e de quelli cattivi pure.

La primavera e' uno dei virus piu' democratici che esiste: nun je ne frega gnente si sei bianco o nero, lazziale o romanista, si voti Berlusconi e te vergogni, si invece voti Bersani e te vergoni uguale; tanto piu' se ne fotte si sei omo o donna, e si te piace l'osso der presciutto o la passera panata.

Pero' er virusse distingue benissimo tra er sesso femminile e quello maschile, e siccome nun je schifa gnente, se pecca soltanto de infettalli entrambi dando pero' luogo a sintomi completamente differenti.

Ma come se contrae la malattia?
Er virus se diffonne senza alcun contatto fisico, attraverso l'aria che respiramo. E' aerobbico insomma, anche se la ginnastica nun c'entra proprio gnente.

Er virus attecchisce sotto mentite spoje e nun se riesce a riconosce manco si fai due TAC e du' endoscopie ar giorno, supposto che riesci ad ave' un appuntamento presso le strutture convenzionate entro la data der compimento der 90mo anno de eta'.

Andiamo allora ad esaminare come se riconoscono i sintomi nei due generi umani, partendo per cavalleria da quello femminile.

La femmina umana, nun appena scatta l'ora solare, le giornate se allungheno e le temperature se intiepidiscono, viene immediatamente attaccata dar virus e in men che nun se dica subbisce una trasformazione antropomorfa che i botanici chiamano "e' primavera, spuntano le zinnie".
In effetti, rimosso er majone fatto dalla nonna coi ferri der 15 tipicamente a treccioni verticali, e indossata una piu' morbida e leggera majettina de flanella, ecco che la femmina umana subisce un duplice rigonfiamento che probabilmente ce stava pure prima, ma che una vorta che er virusse attacca diventa improvvisamente una infiorescenza esplosiva che di fatto concentra l'attenzione altrui dallo sguardo intelliggente e incorniciato da un par de occhialetti da dottore, ar gonfiore bilaterale che se trova a meta' tronco.
La femmina pure diventa improvvisamente conscia dell'infiorescenza primaverile e comincia ad abbandonare la malcelata timidezza assumendo un atteggiamento sornione e (falsamente) ignaro.
Altro sintomo inequivocabbile del virus e' l'allungamento e l'affusolamento degli arti inferiori, l'aumento della altezza dei tacchi delle scarpe e l'accorciamento delle gonne.
E' in questo periodo che nelle aziende di tutte le dimensioni fioccano le promozioni alle iscritte nelle quote rosa, e aumenta vertiginosamente il numero delle collaboratrici a co.co.co e delle stagiste.

Si evince quindi che l'effetto del virus primavera sul genere femminile e' indubbiamente benigno, anche se non nasconde qualche effetto indesiderato, tipo mani al culo e apprezzamenti da bettola di periferia, ma tant'e'...

Ben diverso e' l'approccio del virus al soggetto di sesso maschile.
Il primo impatto del virus e' significativo e devastante, in quanto trova il soggetto impreparato e reduce dai bagordi invernali, tipicamente a base di amatriciane e carbonare generosamente innaffiate da novello al butano. Il virus nun je ne po' frega' di meno e se impianta ner cervello ospite in maniera maligna.
Nelle prime settimane de malattia il malcapitato cerca di curarsi cor metodo della nonna: corsette alle 5 de mattina imbustati in vecchi shoppers come una ciriola colla porchetta, salubri insalatine senz'olio, imbarazzanti maglioni invernali a coprire il residuato bellico della guerra invernale.
Il frigorifero, accuratamente protetto da password muliebre ad alta sicurezza, diventa un simulacro degno de Tchestokova, solo che invece de immagini sacre, gli inesorabili magneti coi pesci de Nemo mantengono appeso l'obiettivo minimo, rappresentato nell'immaginario illusorio della moglie dalle foto di Raul Bova a torso nudo.
A questo periodo infernale anche dal punto di vista dell'autostima, contribuisce in maniera decisiva anche la contemporanea infezione della partner e delle colleghe d'ufficio, nonche' di tutto il genere femminile che a vario titolo il soggetto infetto incontra nel corso della giornata.
Infatti il maschio, gia' di per se incline all'accoppiamento senza discriminazione alcuna, fatta salva l'attivita' polmonare, subisce in maniera traumatica i sintomi della femmina, con abbassamento immediato delle proprie difese immunitarie e innalzamento altrettanto immediato dell'apparato riproduttore. Le condizioni ancora precarie dei suoi addominali pero' frustrano pressoche' ogni tentativo di approccio,
aumentando il senso (ma solo quello) di inadeguatezza ed impotenza e il disperato bisogno di rifugio, per certi versi salvifico, nel primo Mac Donald sulla strada di casa.
Dopo aver sperperato in un battibaleno giorni di passione innaffiandoli con generose dosi di majonese e ketchup, l'ammalato maschile trova finalmente sollievo nell'unico rimedio possibile al virus: le ultime decisive giornate del Campionato Italiano di Calcio.

Per fortuna (o sfortuna) sia degli uomini che delle donne, il virus patisce i climi freddi e piovosi. Bastera' quindi attendere il ritorno delle giornate uggiose, per vedere, finalmente, appassire le zinnie...

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