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Avventura numero 15 -- La favoletta --

Una sera come tante, che c'è da mettere a letto le bimbe, ma Maria Laura vuole la mamma, mentre Beatrice vuole il babbo... così la mamma si siede sul lettino con Maria Laura, che si addormenta subito, mentre Beatrice vuole la storia del babbo, che così comincia a raccontare..."


C'era una volta, tanto tanto tanto tempo fa......... una famigliola felice che viveva in una piccola casetta vicino al bosco.

Tutto intorno alla casetta, i monti e le vallate erano sempre coperti di neve, e il vicino laghetto era sempre ghiacciato, tutti i giorni dell'anno.

La mamma si occupava della casa: la mattina si alzava presto presto, quando ancora il sole non era sorto, accendeva il caminetto e preparava un bel caffé. Poi si alzava il babbo, che faceva una bella colazione con il caffelatte caldo caldo e i biscotti al cioccolato, e poi si preparava per andare al lavoro.

Il babbo faceva il taglialegna nei boschi: si preparava ben bene mettendosi un cappottone pesante, una bella sciarpona di lana, il cappello e i guanti, per proteggersi dal grande freddo che c'era fuori. Poi prendeva l'ascia e usciva per andare a tagliare la legna nel bosco, senza prima aver dimenticato di salutare la mamma con un bacio.

La mamma, restata tutta sola dentro casa, iniziava il suo lavoro di renderla tutta bella pulita e splendente: lavava i pavimenti e i vetri delle finestre, rifaceva il lettone, e poi metteva un grosso pentolone sul fuoco del caminetto per preparare la cena al babbo.

Quando il babbo rientrava dal lavoro, che era già notte buia buia, la mamma gli faceva trovare un bel piatto caldo buono buono. Dopo la cena, babbo e mamma chiacchieravano un po', perché non avevano la televisione; poi il babbo prendeva gli attrezzi da falegname e cominciava a lavorare il legno: era bravissimo a costruire delle belle sedioline, dei tavolinetti, dei cavallucci a dondolo, e aveva un armadio tutto pieno dei bellissimi giocattoli di legno che costruiva con tanta pazienza.

Intanto la mamma rassettava la cucina e lavava i piatti poi, tutti e due tanto tanto stanchi, si mettevano sotto le coperte, riscaldate da una bella borsa dell'acqua calda, si davano un bacetto della buona notte e si mettevano a dormire.

Erano una famigliola tanto felice, però c'era un però: non avevano bambini.

Una sera allora la mamma disse al babbo: "Mi piacerebbe tanto avere una bambina piccola tanto bella e buona! Mi farebbe tanta compagnia quando tu stai al lavoro e mi potrebbe aiutare a fare le faccende!"

"La vorrei alta e con dei grandi occhi marroni, e la chiamerei Beatrice!", terminò la mamma con occhi imploranti."

A questo punto, Beatrice comincia ad avere le palpebre pesanti, e la storia del babbo, inventata sul momento di sana pianta, comincia a prendere una piega diversa, visto che l'unica che è rimasta ad ascoltare soltanto la mamma...

"Il babbo era un tipo di poche parole, ma di solito cercava sempre di far contenta la mamma, cosicché da quella sera, dopo aver lavorato un po' di pialla e un po' di sega, attendeva che la mamma finisse di lavare i piatti per infilarsi sotto le coperte con lei e, senza essersi nemmeno lavato i piedi, cominciava a fare nzunghete nzunghete.

Tutto finiva con il babbo che faceva "oohhhhhhhhhhh!" e la mamma che faceva "aaaahhhhh!", poi entrambi si mettevano a fare le ninne.

Il tempo passava, e l'inverno era sempre più freddo e il vento fischiava sempre forte forte, coprendo con il suo soffio gli "ooohhhhhhhh!" e gli "aaaahhh!" di babbo e mamma... ma nonostante tutto quello nzunghete nzunghete, la bambina tanto attesa non arrivava, e la mamma era sempre più triste, e il babbo sempre più stanco..."

Per fortuna, Beatrice ha raggiunto Maria Laura nel mondo dei sogni, e il suo leggero russare soffoca a malapena le risatine di mamma, che a questo punto vuole proprio vedere come va a finire...

Una sera il babbo tornò a casa, consumò la cena in maniera molto silenziosa, e anziché infilarsi sotto le pezze per il consueto nzunghete nzunghete, si recò al suo tavolino da lavoro, prese i suoi attrezzi, li lucidò ben bene, poi scelse un magnifico ciocco di acero e cominciò a lavorare di gran lena.

La mamma finì le incombenze serali, e andò a dormire, mentre il babbo non accennava a smettere di limare, piallare, segare e modellare.

Erano già le prime luci dell'alba quando il babbo, coperto di trucioli e segatura, ebbe terminato il suo capolavoro.

Ebbro di gioia, corse al letto a svegliare la moglie: "Svegliati, svegliati vieni a vedere!" La mamma, ancora insonnolita, inforcò le pantofole e si recò in salotto, e sgranò tanto d'occhi per la sorpresa:


"Un tavolo da biliardo?????"


Mi moje ancora ride...

Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia...

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