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Avventura numero 11 -- L'arresto --

Jason afferrò Maurizio per il bavero della giacca, lo appiccicò letteralmente al muro e gli torse il braccio dietro la schiena.

"Maurizio Rocchi detto er Coppoletta, ti dichiaro in arresto per attività terroristica e tentata strage" e iniziò e declinargli i suoi diritti.

Er coppoletta, 164 centimetri per 90 chili mal distribuiti, faccia butterata incorniciata da sciarpetta d'ordinanza sovrastata da un anacronistico cappellino con visiera di velluto a coste larghe, che non si toglieva nemmeno ad Ostia, emise un grugnito di dolore, e a denti serrati chiese spiegazioni: "Aho, ma che sei matto, io nun ho fatto popo gnente, me stavo a rollà na cannetta pè uso strettamente personale nell'intervallo de la partita de la Maggica, ma chi cazzo sei, dell'FBOI (Federal Bureau Of Investigation, recentemente modificato in base ad alcune segnalazioni anonime di un linguista specializzato in acronimi che ha legiferato sulla non omologazione di tutti quelli che non acronimizzano pure le congiunzioni di a da in con su per tra FRAAAAAAAAAAAAAAA), me stai a rompe er braccio a Rambo, datte 'na carmata"

Jason non fece una piega, dette una scrollatina all'arto ripiegato di Maurizio e proseguì imperturbabile ammanettandolo a dovere al tubo del cesso che disegnava una cornice sulla latrina adiacente.

"Adesso stai bbono, che chiamo i rinforzi, non te aggità che te fai solo male, e statte zitto che 'ste radio de servizio nun è che qui sotto cianno tanto campo"

"Ma armeno se pò sapè che t'ho fatto, ma perchè me aresti, io co li terroristi nun c'entro gnente, a me sti arabbi me fanno pure schifo, e pensa che mi madre cià un negozzio de borse de Fendi e li marocchini je se mettono cò la merce tarocca sur marciapiede de fronte, essi bbono, armeno libbereme na mano che me posso finì sta cannetta, cò quello che la fanno pagà li marocchini li mortacci loro e chi nun lo dice cò le mano basse che io adesso nun le posso arzà.." implorò confuso il povero Maurizio, cercando disperatamente di strappare la manetta dal tubo che effettivamente dava l'idea di essere sul punto di cedere da un momento all'altro.

"A coppolè, ma ce lo sai sì o no che adesso ce sò le telecammere dappertutto, nun poi piu' fa gnente che vai in diretta su la CNN, t'avemo beccato a tirà un razzo, e mò me tocca arrestatte" tagliò corto Jason.

"Un razzo? ma che ciavete le lenti d'ingrandimento su le telecammere, era una caccoletta, un rauto mezzo fracico avanzato da capodanno, a Rambo, nun esaggeramo, ho sparato un fischione senza pretese, manco er botto tanto forte ha fatto, e poi mica l'ho lanciato pè faje male a queli fiji de na mignotta, che si je volevo fà male mica je sparavo un tricchettracche."

"E tutta sta monnezza che te fumi, a caccolè, vedrai che esce fora che la spacci pure, anzi, che ciai le piantaggioni sur davanzale... famme sentì che è, Pakistano, Libbanese, che robba è?" e dicendo così Jason raccolse lo spinello da terra e facendo finta di essere schifato, ne fece un paio di tiri in rapida successione.

"E' robba bbona a Rambo, senti che aroma che cià... daje, passeme un tiro cò le mano tue armeno, nun me fa ripijà"

Jason infilò il filtro tra le fauci di Maurizio, ritentò di contattare la Centrale Operativa, ma a quanto pareva non c'era verso di prendere campo, così ripose la trasmittente nella custodia, squadrò er coppoletta dall'alto in basso, poi si mise seduto sull'asse del cesso e si riprese la canna.

"A coppolè, mò che famo... te dovrei portà dentro, ma ho il sospetto che se te sciorgo poi tu me crei problemi"

"Ma che scherza, commissà, io creo probblemi, io sò uno tranquo, ma nun me ce portate ar gabbio che nun ho fatto gnente, davero, giusto quer rautino e sta cannetta, nun ve pare de esaggerà..."

Assaporando lo spino, Jason appoggiò la schiena al muro sudicio e intarsiato di geroglifici quasi tutti a forma di pisello, chiedendosi quali messaggi in codice si nascondessero dietro frasi sibilline come "Lo prendo dietro 349-78....." oppure "Benito sei un mito", e tirò l'ultima boccata dalla canna ormai bruciata fino al filtro.

"Ma ce ne hai tanta de sta robba, a coppolè? Nun è che me la spacciavi pè tutta la curva, no?"

Indicando il rigonfiamento nella tasca anteriore sinistra dei jeans sdruciti Maurizio assunse un aria angelica: "Ma no, marescià, che tanta e tanta... ciò sta pagnottella, me la smozzico piano piano..."

Jason allungò la mano, sfilò un panetto da due etti di roba, lo soppesò ben bene e lo infilò nella tasca della giacca stile militare, poi con molta nonchalance si alzò, tirò su la tavoletta del cesso, prese l'arnese in mano e dando le spalle a Maurizio iniziò ad urinare: "Certo che sti cessi fanno popo schifo, a coppolè, se tengheno in piedi pè miracolo, se nun stai attento cò nantro scrollone te porti via tutto lo scarico...."

Er coppoletta capì l'antifona, caricò i suoi 90 chili di lardo sulla gamba di spinta e diede uno strattone deciso; il tubo marcio cedette, e finalmente libero, Maurizio ebbe solo un attimo di esitazione prima di darsela a gambe, rammaricandosi di aver dovuto lasciare il panetto di hashish nelle mani di un soddisfatto e leggermente stordito Jason.

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